sabato 5 gennaio 2013

Almeno il nome...

Il decreto Sviluppo convertito in legge a dicembre 2012 prevede che, per essere definita tale, una Start-up debba avere sede in Italia, un'età inferiore ai quattro anni di vita, un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro e non debba essere quotata in Borsa.




In questo bell'articolo di Greta Sclaunich, invece, si legge come i finalisti del "Premio Speciale Start-up 2012" siano stati scelti sulla base di altri criteri. Molto vivace il dibattito seguito in Rete, ben
 poco convincenti le spiegazioni offerte dal consigliere del ministro Corrado Passera e coordinatore della task force ministeriale per le startup innovative, Alessandro Fusacchia, che ha dichiarato «Il premio  non vuole essere un incoraggiamento per una buona idea, ma un riconoscimento alla carriera di aziende del mondo startup.».

Se l'intento del Ministero era quello di creare attenzione intorno al mondo delle Start-up il risultato ottenuto è stato davvero pessimo. Sarebbe stato meglio dare al Premio un nome differente. 
E sarebbe stato tutto più chiaro. 

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